Poliposi nasale: cause, sintomi, diagnosi e terapia

 

 

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Centro per la Cura della Poliposi nasale
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       Contenuti

  1. Che cos’è la poliposi nasale
  2. Come riconoscere la poliposi nasale?
  3. Quali patologie possono associarsi alla poliposi nasale?
  4. Quali sono le cause della poliposi nasale?
  5. Come si diagnostica la poliposi nasale?
  6. Come si cura la poliposi nasale?
  7. Terapia chirurgica: vantaggi e svantaggi

1. Che cos'è la poliposi nasale?

 

La poliposi nasale è una malattia caratterizzata dalla formazione, all’interno delle cavità nasali, di escrescenze gelatinose tondeggianti, indolori, solitamente benigne e non cancerose (i polipi nasali).
Essi hanno origine nell’area etmoidale anteriore, regione anatomica che per conformazione è più esposta alle infiammazioni. Tendono, poi, ad espandersi nel tempo andando ad ostruire una o entrambe le fosse nasali e i seni paranasali.


2. Come riconoscere la poliposi nasale?

 

Dobbiamo rivolgerci al medico sospettando una poliposi nasale quando abbiamo:

- ostruzione nasale severa (“naso chiuso”) , sintomo principale della poliposi nasale. La presenza dei polipi, infatti, riduce il passaggio dell’aria inspirata.
- dolore facciale che può presentarsi molto persistente (come nelle sinusiti acute), o cefalea quasi costante localizzata al livello degli occhi e con sensazione di pressione alla fronte e al viso (come nelle sinusiti croniche). Si tratta di sintomi tipici della sinusite provocati dal cattivo funzionamento dei seni paranasali.
- Altri sintomi che spesso accompagnano l'ostruzione nasale (naso chiuso) sono:
fuoriuscita di secrezione limpida o giallastra dal naso (rinorrea o “naso che cola”), riduzione o perdita di olfatto (iposmia/anosmia) e gusto.
- Possono comparire anche: dolore ai denti superiori e russamento.

 

Avvertenze
Nelle fasi iniziali la poliposi può essere anche del tutto asintomatica e venire rilevata casualmente durante una visita specialistica.


3. Quali patologie possono associarsi alla poliposi nasale?

 

- Asma bronchiale
- Sinusite
- Rinite cronica di origine allergica
- Fibrosi cistica
- Sindrome di Kartagener
- Sindrome di Churg –Strauss (vasculite sistemica)

Solo molto raramente la poliposi nasale può nascondere una patologia più grave e questo si può verificare soprattutto in condizioni specifiche, come l’esposizione professionale a determinate sostanze chimiche.


4. Quali sono le cause della poliposi nasale?

 

- Il meccanismo di formazione dei polipi non è ancora del tutto chiaro ma è sicuramente collegato a processi infiammatori cronici. Questi determinano un ispessimento della mucosa che riveste la parte alta delle cavità nasali. In individui predisposti ciò comporta un rigonfiamento che genera il polipo nasale.
- Solitamente il processo infiammatorio continuo a carico dei seni paranasali si sviluppa, ad es., in seguito a stimoli di varia natura (infettiva o allergica), predisposizione genetica, disfunzioni neuro-vascolari, sensibilità ad alcuni tipi di farmaci (ad es. all’ Aspirina e ad altri farmaci infiammatori), alterazioni metaboliche.
- L’ allergia è uno dei fattori più importanti nella genesi della poliposi: a causa della irritazione cronica della mucosa nasale i soggetti allergici hanno, quindi, una tendenza maggiore allo sviluppo della patologia.


5. Come si diagnostica la poliposi nasale?

 

- La diagnosi di poliposi nasale si effettua nel corso di una visita otorinolaringoiatrica. L’esame fisico del naso può, però, non offrire indicazioni utili, soprattutto nelle prime fasi della malattia. E’ sempre corretto e consigliabile, pertanto, eseguire alcuni esami strumentali
- lo studio endoscopico nasale serve per visualizzare con precisione cavità, seni paranasali e, comunque, zone non altrimenti visibili. Se l’endoscopio viene collegato ad una telecamera ed a un monitor, consente al medico di illustrare con chiarezza il quadro clinico al paziente.
- la Tomografia Computerizzata del massiccio facciale consente di localizzare i polipi e valutare l’estensione e la gravità dell’infiammazione. Essa rappresenta il metodo di indagine più attendibile per analizzare in dettaglio le strutture anatomiche coinvolte e per rilevare la presenza di eventuali ostruzioni nelle cavità nasali. L'esame TC permette di valutare anche l'eventuale monolateralità della patologia.
- Test allergici, come il prick test, sono utili per determinare se ci siano allergie alla base dello stato infiammatorio cronico.
- Il ricorso alla Risonanza Magnetica è, di solito, limitato allo studio delle neoformazioni “molli” sospette (infezioni da funghi o “polipi” dall’aspetto particolare).
- La radiografia del cranio è, invece, un esame assolutamente inutile ai fini della diagnosi di poliposi.


6. Come si cura la poliposi nasale?

 

  1. La terapia della poliposi nasale è quasi esclusivamente chirurgica quando i polipi sono diventati voluminosi. Infatti, ad eccezione delle fasi iniziali della formazione dei polipi, è raro che questi regrediscano completamente con la terapia farmacologica.
  2. La terapia farmacologica è indispensabile, invece, a supporto e  per controllare la ricomparsa dei polipi dopo il trattamento chirurgico. Essa si basa su lavaggi nasali con soluzioni iso o ipertoniche, associati a cortisonici per via sistemica e locale, antistaminici, antibiotici e antimicotici.

7. Terapia chirurgica: vantaggi e svantaggi

 

- Attualmente le tecniche più utilizzate per la rimozione dei polipi nasali prevedono l’impiego dell’endoscopia nasale associata a strumenti quali il microdebrider (sorta di rasoio che affetta ed aspira i polipi) o il laser. Queste metodiche consentono di eseguire l’intervento in maniera molto accurata, funzionale e micro invasiva.
- L’obiettivo primario dell’intervento chirurgico è quello di ripristinare una respirazione nasale corretta.
- Esso però può essere eseguito in anestesia locale solo in casi limitati, in cui la poliposi non interessi eccessivamente i seni paranasali.
- L’intervento chirurgico può non essere risolutivo. La rimozione anche completa di tutti i polipi nasali non esclude la necessità di sottoporsi in seguito a controlli periodici e ad eventuali terapie mediche, anche se in misura ridotta. Infatti, soprattutto nei pazienti con predisposizione genetica, la tendenza alla recidiva è elevata.


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